Appalti Pubblici

La certificazione della sostenibilità energetico ambientale delle operazioni immobiliari (ITACA, LEED)

La certificazione sulla sostenibilità energetico ambientale dei nuovi insediamenti edilizi è un tema che ha visto negli ultimi anni uno sviluppo interessante di attività, nel solco delle procedure migliori per l’adozione di validi sistemi di qualità.

Oggi è un tema particolarmente caldo, in quanto la crisi del mercato immobiliare pone gli operatori di fronte alla scelta di operare solo sul lato dei costi di produzione, oppure di integrare questa attenzione gestionale con sistemi di ottimizzazione degli investimenti attenti nel valorizzare aspetti energetico ambientali utili anche a diventare potenti strumenti di vendita.

E’ infatti noto che l’attenzione del potenziale cliente è sempre più orientata alla classificazione energetica degli edifici e che però tale questione deve trovare ancora un suo corretto equilibrio nel dimensionamento dell’offerta in rapporto alle disponibilità del cliente a spendere in efficienza. Vi sono poi altri aspetti qualitativi del prodotto immobiliare, sui quali l’attenzione del cliente può orientarsi, questioni che diventano anche per l’operatore un’opportunità di ottimizzazione dei costi, secondo la logica che la qualità del processo determina anche dei vantaggi dal punto di vista gestionale e dunque vantaggi economico finanziari.

La questione è dunque come interpretare le possibilità che il sistema offre per ottimizzare in tal senso l’attività immobiliare. L’operatore oggi può dunque seguire le tre strade principali qui descritte, con lo scopo di aderire a protocolli di certificazione che possano costituire un marchio di qualità:

1)      Aderire ad un protocollo innestato su procedure europee (ISO EN ecc., norme UNI) che abbia una sistematicità tale da essere universalmente riconosciuto.

2)      Aderire a un protocollo proveniente dal sistema anglosassone e dunque che risponde al sistema normativo inglese o americano.

3)      Aderire ad un protocollo di qualche libera associazione nazionale che aggreghi esperienze e sviluppi attività culturale e formativa sull’argomento.

Dietro ognuna di queste attività si muovono lobbie professionali o di sistema. E’ pertanto utile muoversi con attenzione, scegliendo protocolli che in qualche modo abbiano un riconoscimento di tipo universalistico.

A tal proposito evidenziamo, per ognuna delle tre categorie precedentemente elencate, un esempio di protocollo di certificazione:

1)      Protocollo Itaca – E’ il protocollo adottato dall’ISTITUTO PER L’INNOVAZIONE E TRASPARENZA DEGLI APPALTI E LA COMPATIBILITA’ AMBIENTALE, associazione tra le Regioni e le Province Autonome di Trenzo e Bolzano. Tale Istituto ha discusso tra gli associati un protocollo di verifica degli interventi edilizi secondo le logiche del Regolamento comunitario EMAS (Eco-Management and Audit Scheme) e della certificazione ISO 14001. Il protocollo Itaca, nella sua integrità, copre una quantità notevole di aspetti progettuali e, allo stato attuale, è stato finora poco utilizzato appunto per un eccesso di specificazione a cui consegue una difficile attuazione. Ha avuto una riedizione 2011 rivista anche alla luce delle esperienze maturate attraverso procedure semplificate, come quelle della Regione Piemonte. Di seguito riportiamo le informazioni più recenti ricavabili dal sito Itaca.  Il Consiglio Direttivo di Itaca ha approvato, nella seduta del 21 aprile 2011, il Protocollo ITACA Nazionale 2011 per la valutazione della sostenibilità energetico e ambientale degli edifici. Il nuovo Protocollo porta a compimento un lavoro durato quasi un anno del GdL per l’Edilizia Sostenibile, con il supporto tecnico qualificato di ITC-CNR e iiSBE Italia. Il Consiglio Direttivo ha anche adottato uno schema di Protocollo d’Intesa tra ITACA e ACCREDIA in materia di edilizia sostenibile, che sarà trasmesso alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome per la definitiva approvazione. Obiettivo dell’intesa è quello di realizzare, all’interno di un quadro nazionale, un sistema di accreditamento e certificazione per la piena applicazione del “Protocollo ITACA”, a sostegno di politiche regionali mirate alla sostenibilità ambientale. L’accordo tratta anche il tema della qualificazione degli appalti pubblici. ACCREDIA è riconosciuta dallo Stato, con decreto interministeriale del 22/12/2009, quale unico organismo nazionale autorizzato a svolgere attività di accreditamento, in attuazione del Regolamento (CE) n.765/2008 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 09/07/2008. La versione aggiornata del Protocollo ITACA 2011, traduce in sintesi tutti i rilievi intervenuti in fase di applicazione dello strumento da parte delle Regioni e delle osservazioni tecniche avanzate dalle associazioni nazionali degli operatori economici, sia del settore imprenditoriale che della produzione, e degli ordini professionali. La principale novità è l’uscita, oltre che del Protocollo per Edifici Residenziali, anche del Protocollo per Uffici, in linea con la direttiva comunitaria 2010/31/CE che prevede per il 2020 consumo quasi “zero” per gli edifici pubblici. A questo si aggiungerà a breve, così come ha richiesto il Consiglio Direttivo Itaca, strumenti di valutazione per scuole, aree industriali ed edifici commerciali. La struttura dei protocolli residenziale e terziario è di base la medesima, in modo tale da avere standard declinati solo in termini di indicatori e scale di prestazione, ma tecnicamente armonizzati in modo da facilitarne l’apprendimento e l’applicazione. Il protocollo per Uffici contiene 35 criteri (tematiche di valutazione), grossomodo gli stessi del residenziale, ma cambiano i parametri di calcolo e le scale di prestazione per l’attribuzione dei punteggi. In più sono previsti alcuni criteri specifici tipo la presenza di BACS (Building Automation).  Entrambi gli Strumenti riguardano sia le nuove costruzioni sia gli interventi di recupero edilizio. Una tabella iniziale indica per ciascun criterio a quale tipo di Protocollo si applica. L’aggiornamento del Protocollo nasce dall’esigenza di allineare lo strumento di valutazione alle nuove norme tecniche UNI in materia di energia (serie UNI 11300) e comfort e alle “Linee Guida nazionali per la certificazione energetica”. Inoltre il Protocollo ITACA ha avuto negli ultimi anni applicazione in diverse Regioni nell’ambito di diversi programmi di incentivazione rivolto al social housing (Programma Casa) e all’edilizia privata (Piano Casa) ovvero attraverso l’applicazione di specifiche normative regionali in materia di edilizia sostenibile, permettendo di acquisire un’esperienza pratica che ha consentito di migliorare alcune metodologie di calcolo. In tal senso sono stati modificati principalmente gli indicatori relativi ai materiali da costruzione, alla qualità del servizio e alla qualità del sito.  Nel Protocollo ITACA 2011 è inoltre prevista un’articolazione del punteggio di valutazione secondo tre valori. E’ presente un punteggio relativo alla qualità della localizzazione, che prescinde dalle scelte progettuali, e uno relativo alla qualità della costruzione. La combinazione dei due punteggi esprime quello complessivo della costruzione.  Si è inoltre ritenuto opportuno sviluppare una unica versione di Protocollo ITACA, addivenendo a una sintesi tra il Protocollo sintetico e quello completo 2009. Ciò al fine di proporre un riferimento unico in modo da facilitare un allineamento dei protocolli a livello regionale attualmente molto eterogenei. Il Protocollo ITACA 2011 prevede 34 criteri (tematiche di valutazione) rispetto ai 49 del 2009, dimensione di strumento bilanciata per coniugare l’esigenza di una agile applicazione con il valore scientifico della valutazione.

2)      Il protocollo di riferimento nel sistema anglosassone è il protocollo LEED. Gli standard LEED (Leadership in Energy and Environmental Design)  sono parametri per l’edilizia sostenibile, sviluppati negli Stati Uniti e applicati in 40 Paesi del mondo. Rivolgendosi all’intero processo (dalla progettazione, alla fase di costruzione e di occupazione) e ad ogni parte dell’edifico, il LEED opta per una visione olistica della sostenibilità, sfruttando ogni possibilità di ridurre impatti ambientali di vario genere ed emissioni nocive degli edifici in costruzione. Si individuano e delineano così  le “best practice” per ingegneri, architetti, professionisti e l’intera comunità del settore, destinate a divenire linee guida nella certificazione di parte terza. Il GBC Italia ha avuto il compito di sviluppare, secondo le linee guida  comuni a tutti gli aderenti alla comunità internazionale LEED, le caratteristiche del sistema LEED Italia, che sarà attivo da Aprile 2010 e terrà presenti le specificità climatiche, edilizie e normative del nostro Paese. Il sistema si basa sull’attribuzione di crediti per ciascuno dei requisiti caratterizzanti la sostenibilità dell’edificio. Dalla somma dei crediti deriva il livello di certificazione ottenuto.

3)      Un protocollo adottato da una libera associazione culturale nazionale è invece quello dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura. Il marchio di INBAR – Istituto Nazionale di BioARchitettura certifica un processo edilizio ecosostenibile con relativo conseguimento di prestazioni “energetico ambientali” degli edifici ritenute idonee a caratterizzare l’architettura sostenibile. La procedura di assegnazione del marchio è relativa alla certificazione di interventi di nuova realizzazione e di interventi di recupero di immobili residenziali o a questi assimilabili. L’approccio prestazionale e la logica di indirizzo del processo edilizio su cui poggia il marchio è coerente con quella dei principali strumenti di valutazione/validazione del progetto di interventi sostenibili

Conclusioni

Sernet Riqualificazioni ha deciso di adottare in via principale, all’interno della BU Energy & Validation Management il protocollo Itaca, e di sviluppare quindi quelle attività di consulenza utili per gli operatori  immobiliari, in modo da ottenere la certificazione corrispondente. La scelta è stata adottata sulla base dell’universalità di riconoscimenti che la procedura sta assumendo a livello nazionale e normativo. In occasioni particolari, nel caso di cerificazione di operazioni immobiliari svolte da soggetti multinazionali, potrà essere individuato  in alternativa il protocollo LEED.

 

 

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