Uno stuzzicante intervento di Giacomo (Aldo Giovanni & Giacomo) su La Stampa di oggi dipinge un colorato quadro dei rapporti di condominio. Se rapportiamo questa immagine della realtà con le speranze e le aspettative che riponiamo nelle amministrazioni pubbliche, ne esce una prospettiva per lo meno desolante.
Dice Giacomo:
“Nei condomini la capacità di mediazione è affidata agli avvocati, trovare un regolamento condiviso è altrettanto faticoso che stilare la costituzione di una nazione. Lo sapete che ci sono cause del condominio contro il singolo che ha deciso di mettere le tende a righe anziché a fiori che si protraggono anche 15 o 16 anni, più del processo Mills-Berlusconi? Io sono un vecchio ragazzo del ’56, e ho sempre vissuto in un cortile. Il bagno, una turca, era in cortile e ne potevano usufruire tutte e quattro le famiglie che abitavano lì. Confesso che nelle serate d’inverno, quando era caduta la neve, non sempre si aveva voglia di infilarsi le scarpe per andare a fare la pipì: la facevi nella neve e speravi che nella notte ne cadesse ancora, altrimenti al mattino si sarebbe indovinato facilmente dalle tracce giallognole chi era il trasgressore. In estate invece la si faceva sopra un cespuglio di ortensie che era sempre rigogliosissimo. Il cortile aveva quattro lati, in estate mamma e papà portavano il tavolo fuori e si cenava lì: sembrava di essere in una villa di gran signori.”
Noi crediamo che ricordare i valori della convivenza non sia un’operazione nostalgica, ma una necessità vera per tentare di ricostruire un tessuto sociale troppo frammentato e conflittuale.
Il tema della riqualificazione energetica dei nostri condomini si confronta dunque necessariamente con progetti di coesione e condivisione che pongono in primo piano l’esigenza di considerare prioritario il bene comune come un bene innanzitutto per noi stessi.
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