È sulla riduzione dei consumi che si gioca la partita per il raggiungimento degli obiettivi del 20-20-20. Il mese scorso Bruxelles ha annunciato una nuova direttiva sul risparmio energetico. A fronte dei discreti risultati raggiunti nel taglio alle emissioni di gas serra e nell’incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili, c’è ancora molto da fare per il taglio dei consumi.
L’Unione Europea ha dunque messo a punto una serie di finanziamenti a sostegno della ricerca secondo un approccio basato sul mercato delle innovazioni.
I finanziamenti, che fanno parte del VII Programma Quadro e costituiscono l’ultima fase della Strategia Europa 2020, mettono a disposizione complessivamente 7 miliardi di euro, ripartiti tra varie linee di intervento.
Confermata l’attenzione alla sostenibilità ambientale. I progetti di ricerca per la lotta al cambiamento climatico potranno usufruire di 265 milioni, mentre 40 milioni saranno destinati alle “città intelligenti”.
Rientrano invece tra le nanotecnologie i progetti per il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici, che dovranno competere con auto verdi e fabbriche del futuro per l’assegnazione di 488 milioni di euro.
L’iniziativa potrebbe favorire l’attuazione della Direttiva 2010/31/Ue sulla prestazione energetica in edilizia, che ha introdotto il concetto di edificio a energia quasi zero prospettando un metodo per la progettazione a basso consumo.
Ciononostante, valutate le risorse occorrenti all’attuazione delle politiche più efficaci per l’intervento sull’involucro edilizio, pur considerando positivamente l’azione di stimolo europea, Riqualificazioni giudica ancora deboli le politiche nazionali e locali sul tema dell’efficientamento degli edifici.
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